“Nevrosi giovanile”: Sergio Castellitto e la dichiarazione che spiazza il pubblico
Sergio Castellitto fa una confessione davvero inaspettata che sorprende particolarmente i fan: ecco cosa avrebbe detto
Uno degli attori che con il suo talento e la sua professionalità ha regalato momenti davvero incredibili al pubblico è lui, Sergio Castellitto. Dagli anni Ottanta ad oggi ha mostrato il suo vero talento non solo da attore ma anche da regista e sceneggiatore. Durante un’intervista rilasciata a Fanpage, l’uomo ha fatto delle confessioni che hanno lasciato il pubblico senza fiato.
In una lunga intervista a Oggi, l’uomo ha ripercorso i suoi esordi, rivelando che ad averlo salvato dal diventare un terrorista è stato proprio Shakespeare: “Anch’io sarei potuto diventare un terrorista, come tanti ragazzi che vissero in quegli Anni di Piombo. Chi mi ha salvato? Shakespeare. Tutti i drammi dell’umanità sono dentro Riccardo III e Amleto: io li ho vissuti in teatro, con una spada in mano, non per strada con una pistola in pugno”.
Tra le tante curiosità che riguardano l’attore c’è ne una davvero molto particolare e divertente: quando Castellitto ha interpretato il ruolo di uno psicologo, il Dottor Mari in In Treatment, qualche persona lo ha fermato chiedendo dei consigli come se fosse un vero psicologo.
Sergio Catellitto e la rivelazione che nessuno si aspetta
L’attore Sergio Castellitto, in una intervista a Fanpageit, tra una pausa e l’atra sul set del nuovo film con cui sta collaborando insieme a Valerio Dandini, ha voluto spiegare come è nata la sua vocazione e l’amore per il teatro, il cinema e il mondo attoriale.
Alla domanda e ha ancora qualche sogno da realizzare, Sergio risponde chiaramente: “I sogni non li avevo neanche a 30, si portano appresso la frustrazione di non averli realizzati”.
Inoltre, quello che spiazza i fan è in maniera dettagliata quello che risponde al giornalista che gli chiede quando ha capito di voler fare l’attore: “Non ho mai avuto una particolare vocazione. Ho cominciato più per il rigurgito di una nevrosi giovanile in risposta alla sceneggiatura che mi era stata consegnata dalla vita. Il mio progetto di vita era naturalmente scelto da una famiglia normale che tira su i figli, li fa studiare e poi li spinge a trovarsi un lavoro sicuro. A quel percorso ho detto no”.
Castellitto rivela che il mestiere dell’attore provenga e si fondi su un concetto di nevrosi. L’uomo ritiene che salire su un palco è qualcosa di straordinario e allo stesso sconcertante nell’individuo che pretende di catturare l’attenzione del suo pubblico. L’attore e regista, inoltre, ha fatto anche una precisazione: ” Poi ci sono le banalizzazioni per cui l’attore vince la sua paura verso il mondo attraverso il mettersi in mostra, ma io credo che le cose che ami, in fondo, le fai meglio se un po’ le detesti”.