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Silvio Berlusconi, tutti i film che hanno raccontato la vita dell’imprenditore: La distinzione tra politica e spettacolo

Elio De Capitani in "Il Caimano"
Elio De Capitani interpreta Silvio Berlusconi il “Il Caimano” – italynews.org

Silvio Berlusconi è morto: da Fellini a Moretti, tutte le riproposizioni al cinema della vita dell’imprenditore diventato premier.

Amato e idolatrato, odiato e criticato. Ma soprattutto studiato. La morte di Silvio Berlusconi toglie all’Italia e al mondo intero una delle figure centrali degli ultimi 40 anni di storia non solo politica.

Gli esordi da self made man dell’imprenditoria fecero da preludio all’evidenziarsi di una qualità che anche gli avversari più acerrimi gli hanno dovuto riconoscere: l’intelligenza, anzi le “bollicine negli occhi” per usare una tipica espressione che il futuro Cavaliere avrebbe reso famosa per elogiare i propri aspiranti collaboratori.

Quell’intelligenza che gli avrebbe permesso di entrare al momento giusto nei settori giusti per allargare il raggio della propria popolarità. A partire dal mondo dello sport e del calcio in particolare, dettato da una naturale passione, oltre che dalla lucida consapevolezza di cosa quel volano avrebbe potuto rappresentare in vista della famosa “discesa in campo“, a propria volta favorita proprio dai successi in serie ottenuti con il Milan.

Per questo, prima che venire discusso, Berlusconi è stato studiato e fatto, in vita, oggetto di biografie. In libreria come nel grande schermo. Tantissimi infatti sono stati i film che hanno provato a raccontare la vita di Silvio Berlusconi, alimentando il dibattito su vita e opere di un uomo non banale.

Berlusconi al cinema: il tagliente “Ginger e Fred” di Fellini e il successo di “1992”

Il primo regista a dedicarsi a un lavoro liberamente ispirato a Berlusconi fu Federico Fellini. “Ginger e Fred“, del 1986, è un’opera piuttosto malinconica su una coppia di ex ballerini di tip tap (Giulietta Masina e Marcello Mastroianni) riuniti da un programma televisivo dedicato a vecchie glorie delle spettacolo dimenticate e trasmesso su una tv privata di proprietà del Cavalier Fulvio Lombardoni. Riferimento neppure velato, quindi, in un film che evidenzia il trascorrere inesorabile dell’età e l’imbarazzo dei protagonisti, con l’obiettivo di criticare la pubblicità che all’epoca riempiva le reti Fininvest, che secondo Fellini faceva perdere i tempi e la coerenza dei film trasmessi.

Stefano Accorsi attore
Stefano Accorsi e Miriam Leone in “1992” – italynews.org

Il documentario più famoso dedicato all’ascesa di Berlusconi resta però “1992”, trasmessa con enorme successo nel 2015 da Sky e seguita dai meno fortunati sequel 1993 e 1994. Incentrato sul post-scandalo Mani Pulite e sulla conseguente fine della Prima Repubblica con annesso declino del Partito Comunista e della Democrazia Cristiana, 1992 celebra la capacità di Berlusconi, che tuttavia non apparirà mai nella serie, venendo di fatto citato solo in contumacia, di colmare il vuoto creatosi e di trasformarsi in uno statista in grado di dare vita ad una destra moderata, cattolica, liberale e già europeista, perfettamente in grado di portare dalla propria parte l’elettorato frantumato della DC e di raccogliere via via perfino delusi dalle sinistre.

“Loro” e “Il Caimano”: Silvio Berlusconi visto da Sorrentino e Moretti

Detto che il primo film d’inchiesta realizzato su Berlusconi è stato “Quando c’era Silvio” (2005), con Enrico Deaglio nei panni di autore e Lella Costa in quello di narratrice, anche Paolo Sorrentino e Nanni Moretti hanno voluto “girare” il proprio Berlusconi. Il futuro premio Oscar con “La grande bellezza” ci provò con una serie, la seconda della propria carriera dopo “The Young Pope”. In “Loro 1” e “Loro 2” (2019), è Toni Servillo a indossare la maschera di un Berlusconi lontano dai primi fasti politici e circondato da quei parassiti, appunto “Loro”, che lo idolatrano, incapaci di o semplicemente non disposti ad accettare la fine di un impero e di tutti i relativi vantaggi. A fare da contraltare a questo è la figura di una sontuosa Elena Sofia Ricci nei panni della moglie di Berlusconi, Veronica Lario, silente testimone di un’era che non c’era quasi già più.

Nanni Moretti deve proprio alla figura di Berlusconi il successo di due delle sue opere più famose, “Aprile” e “Il Caimano”. Il primo risale al 1998, ma è ambientato nel 1994, l’anno della discesa in campo, ed è un geniale esempio di metacinema inerente ai tentativi da parte di Moretti, che interpreta sé stesso, di realizzare un documentario prima e un film dopo sull’ascesa di Berlusconi, passando per il musical. Tentativi mai realizzati, ufficialmente per impedimenti vari e difficoltà professionali. Ben diversa l’ambientazione anche temporale de “Il Caimano”, che narra le vicende di un produttore di B-movie caduto in disgrazia, ma che ritrova un po’ di entusiasmo quando la giovane regista Teresa gli propone una sceneggiatura sul Cavaliere. Ad interpretare Berlusconi saranno più attori, l’ultimo dei quali lo stesso Moretti, che si identificherà a sorpresa in Silvio più di chiunque altro. Un messaggio che sì, c’è un Berlusconi dentro ognuno di noi.