Londra – Giuseppe Garibaldi tre anni dopo la spedizione dei Mille venne a Londra l’11 aprile 1864. Ad attenderlo si prevedeva 100.000 persone. Ad acclamarlo ne giusero 500.000.
Martedì Renzi è venuto a Londra, ad attenderlo non c’erano 500.000 persone, neppure 100.000. Solo molti uomini d’affari e qualche stilista italiano.
Gli uomini d’affari di tutto il mondo che girano tra Canary Warf, Fleet Street e Bank, benedicono la crisi italiana che permette ai loro beniamini di poter modificare assetti istituzionali fregandosene della democrazia e della supremazia dei popoli, per poter fare acquisti a prezzi più bassi.
In mattinata Renzi ha varcato il portone nero al numero 10 di Downing Street per realizzare un “sogno” personale.
Nel corso della conferenza stampa parla di riforme delle istituzioni, del lavoro e della P.a. perché l’Italia possa essere capofila credibile nella “lotta contro la burocrazia” di Bruxelles e festeggiare entro il 2018 una disoccupazione sotto il 10%.
Riforme, riforme, riforme perché “se la politica non le fa è finita”.
“We want a better Europe, not more Europe” dice Renzi.
Musica per le orecchie di Cameron, che ha promesso in caso di rielezione un referendum sulla permanenza della Gran Bretagna nell’Ue, e che si sta battendo per ritornare, senza uscire dall’Unione, alcuni poteri da Bruxelles a Londra. Renzi e Cameron riescono a trovare un comune denominatore nella lotta alla burocrazia che porti a un’Europa più “smart”.
“Ci devono essere riforme a Bruxelles” e la presidenza italiana può essere “estremamente importante” nel mettere “crescita e lavoro” al centro, afferma il primo ministro britannico. Che ammette: “Matteo e io abbiamo divergenze, lui è di centrosinistra io di centrodestra, ma entrambi siamo riformatori: c’è un’ottima alleanza per far sì che il Regno Unito rientri in un’Ue riformata. C’è un’alleanza non ideologica, non confusa”, concorda Renzi, che definisce “cruciale” la presenza dell’Inghilterra in Ue.
Dopo aver incontrato Milliband, Renzi è venuto alla Lancaster House per omaggiare Garibaldi ed i 150 anni della grande festa londinese al suo arrivo.
E Mazzini? Mazzini a Londra ha gettato le fondamento dell’Italia Repubblicana.
5 minuti davanti alla sua casa a 1 minuto dalla Chiesa Italiana di Clerkenwell poteva farlo…. Invece se ne è…… dimenticato.
Alla Lancaster tutti aspettavano un suo intervento… il sindaco di Londra in primis.
Invece silenzio assoluto.
Poi evita l’ingresso principale perché un gruppo di attivisti del M5S Londinese lo stava aspettando davanti al Victoria e Albert Museum nel quale ci sarà per ualhce settiamna una mostra sul fashion italiano.
Poi… probabilmente il vero motivo della visita londinese.
Ma questo è tutto top secret. Cena privata, visita la mattina dopo al Financial Times e all’Economist.
Da Bruxelles dice: “C’è tanta gente che ha voglia di investire e credere nell’Italia non solo in Inghilterra ma in tutto il mondo. Dobbiamo essere capaci di attrarre questo flusso di denaro. Ho chiesto loro cosa vogliono per investire e portare posti di lavoro in Italia”.
Ecco questa è la frase che deve far meditare: ”Investire e portare posti di lavoro in Italia.”
Non dare opportunità agli imprenditori italiani, ma dare opportunità ad imprenditori stranieri. Renzi sta svendendo l’Italia. La sta svuotando prima a livello di sovranità popolare tagliando, in nome di una crisi economica passeggera, rami del principale albero di una società che è il potere legislativo tanto caro ai padri costituenti, poi la sta svuotando in termini di proprietà intellettuale ed economica.
Mi auguro con tutto il cuore di sbagliarmi.
Ma credo che la crisi economica non deve essere la scusante per far diminuire la sovranità del popolo. Questo valore è essenziale, unico e inalienabile.
Riccardo Cacelli
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