Laura Carrara-Cagni è candidata alla Camera nella circoscrizione Europa e vive a Londra da 15 anni.
Genovese, con una carriera professionale come architetto in Francia, USA, Italia e Inghilterra. Come Associate Partner di Hopkins Architects ha progettato e costruito importanti edifici pubblici, a Londra e a Norwich, Regno Unito, a Rice University in Texas, USA, a Cipro e Dubai.
Sta ora seguendo il progetto per il Nuovo Ospedale della Spezia, in Italia, progetto che ha vinto per lo studio nel 2010.
Ha collaborato con Laurent et Emmanuelle Beaudouin Architects in Francia, con Tom Hurt Architect in Texas, USA, con vari studi italiani, ha eseguito diversi progetti privati in Italia e nel Regno Unito ed è stata consigliere delegato presso la F.lli Gancia.
Laura è stata reviewer, ha pubblicato, e tenuto conferenze in UK e in Italia e i suoi progetti sono ampiamente pubblicati su libri e testate.
Laura, hai vissuto tanti anni all’estero, cosa ti ha riavvicinato professionalmente all’Italia?
Renzo Piano durante un’intervista televisiva disse < I giovani devono partire per poi ritornare >.
Ho lasciato l’Italia nel 1993 e oggi, dopo aver vissuto e lavorato in due continenti, Europa e America, in quattro paesi, Italia, Francia, USA e Inghilterra, vincere ed eseguire un grosso progetto in Italia, il Nuovo Ospedale della Spezia, con Hopkins Architects, è stato il mio modo di “ritornare”.
Lavorare su questo progetto mi ha fatto capire che la mia esperienza all’estero poteva essere utile per il mio Paese al di là della pura progettazione.
Perché in politica?
Oggi è necessario ricostruire una generazione politica che sia nuova, formata da persone che abbiano il bene comune come primo obiettivo, non il proprio a qualunque costo, come abbiamo da fin troppo tempo.
La politica se riconquista il suo significato, di tutto rispetto, di scienza e arte di governare lo Stato, ha un impatto molto importante e puoi davvero cambiare le cose.
Ho quindi immaginato un contributo professionale applicato al “sistema”, quello che oggi è malato.
Perché con Fare per Fermare il Declino, il movimento di Oscar Giannino?
Fare per Fermare il Declino è un movimento liberale che nasce da persone nuove nello scenario politico, altamente competenti nei loro settori e che condividono l’esigenza di perseguire obiettivi precisi e concreti.
Crede che questa classe politica abbia fallito e debba essere sostituita perché è parte e causa, e non soluzione, di quel declino economico e sociale che è necessario fermare. L’Italia può e vuole crescere nuovamente.
In questo movimento, tutti noi, forti della nostra esperienza, molti anche all’estero, abbiamo sentito la voglia di dire “basta!”, rimboccarci le maniche a fare qualcosa invece di criticare.
Il programma in 10 punti di Fare, assai dettagliato e preciso, è il nostro comune progetto di lavoro.
Ma non pensi che mettersi con un partito cosi nuovo sia una dispersione di risorse? Cosa c’è che non va con i partiti tradizionali?
I partiti che hanno governato l’Italia negli ultimi 60 anni si sono ampiamente screditati e hanno dato dimostrazione di incompetenza, in alcuni casi di corruzione e comportamenti intollerabili. Nel parlamento oggi siedono, protetti a spada tratta dai loro partiti, oltre 100 indagati. Nessun partito si salva. Tutti sono ricattati da queste persone e continuano a candidarle.
Ma loro parlano di voto utile e ritengono che votare per Fare sia un voto sprecato. Perché non sei d’accordo?
Quello che chiamano voto utile imbalsama il passato, mentre le elezioni servono per decidere il futuro, che qualcuno vuole cambiare. Votare secondo ciò che dettano i sondaggi ci toglie la libertà di contribuire liberamente al nostro futuro di Paese.
Se c’è un voto utile ce n’è uno inutile e quindi chiamano elettorato inutile quello che pensa al di fuori del bipolarismo tradizionale. La molteplicità di liste in realtà dimostra il disorientamento, lo scontento causato proprio dai partiti del bipolarismo che creano questa fuga.
Hanno difeso il Porcellum adesso parlano di voto utile, perché invece non propongono misure pertinenti per ricostruire il Paese invece di difendere il loro posto con i denti?
In Italia non si posso scegliere gli eletti, ora vogliono selezionare anche i partiti.
Il vero voto utile è contro tutto questo, per il cambiamento e per la sostanza, per chi si focalizza su di un programma chiaro e concreto.
L’Italia può tornare a crescere?
Se persone del calibro, competenza e integrità di Giannino, Zingales, Boldrin, Brusco o De Nicola decidono di rimboccarsi le maniche mettendoci la faccia allora credo ci sia ancora una possibilità di cambiare le cose sul serio.
Il programma che hanno messo insieme non sono promesse populiste ma vere misure per cominciare a lavorare già da domani. La strada sarà impervia ma va intrapresa se si vuole invertire questa tendenza al declino, e va fatto presto.
Votare uno dei partiti tradizionali oggi è votare una certezza di non cambiamento.
Ma perché un architetto, sebbene con un’esperienza internazionale su grossi edifici pubblici, può essere utile alla guida del Paese?
Sebbene in disciplina e ambiente diverso, le competenze acquisite nel campo delle costruzioni, la responsabilità di grossi progetti pubblici, complessi e articolati, e la direzione di gruppi di lavoro interdisciplinari, sono preziose anche per la gestione di provvedimenti parlamentari per l’implementazione del programma.
Queste stesse competenze mi permettono inoltre di contribuire nello specifico in materia di infrastrutture, protezione del patrimonio artistico e culturale e per la ricerca, temi essenziali per fare ripartire l’Italia, e riportarla a crescere.
Tu che sei architetto cosa pensi delle recenti proposte di un altro condono edilizio?
Sono indignata. Il condono edilizio è un fatto di per se’ criminale che incoraggia al disprezzo di leggi e procedure e deturpa il nostro territorio, l’integrità del nostro paesaggio, che è uno dei beni più preziosi che abbiamo. Produce danni incommensurabili che restano nel tempo.
L’abusivismo edilizio è un delitto contro il bene comune e produce mala edilizia. Chi lo propone vuole invogliare i furbi a votarlo, tradendo invece la fiducia di chi questo Paese lo vuole valorizzare, proteggere.
Quello che più sconvolge è la blanda reazione dei media, ormai rassegnati a chi una volta ancora dimostra di odiare e voler distruggere il proprio Paese!
Ma questo è anche tema di giustizia. Cosa deve cambiare?
Questo egoismo sociale, catalizza i peggiori istinti degli italiani, il sentimento che non esista divieto o norma che non siano contrattabili e superabili.
Bisogna arrivare ad una legalità che non sia più sinonimo di burocrazia pesante ed iniqua, ma di protezione del bene comune, sinonimo di civiltà e testimone della nostra crescita come comunità.
Quali sono le priorità di azione politica del suo movimento, in relazione agli Italiani residenti all’estero?
Fare per Fermare il Declino vuole riportare l’Italia a crescere, economicamente, in maniera sostenibile, per aumentare beni e servizi a disposizione del nostro Paese. Questo coinvolge tutti gli italiani in Italia e all’estero perché il conseguente aumento dell’occupazione ci permetterebbe di poter “scegliere” se vivere in Italia o all’Estero, togliendoci dalla situazione odierna dove i giovani sono “costretti” a lasciare l’Italia per trovare lavoro. Dobbiamo facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro a tutti ma soprattutto ai giovani e alle donne che oggi sono più svantaggiati, ma rappresentano una ricchezza incommensurabile per la crescita del paese.
Le prime cose da Fare sono comunque la riduzione di debito e spesa pubblica per poter diminuire la pressione fiscale per far ripartire il paese.
Ci sono proposte specifiche a sostegno delle comunità italiane in Europa?
Il nostro paese sta scivolando pericolosamente in un baratro di paralisi economica, fermare questo declino è la priorità assoluta. Gli italiani in Europa centrale come tutti gli italiani all’estero desiderano soprattutto tornare ad essere fieri di essere italiani, che sia restituita al paese una dignità politica e morale. La nostra immagine all’estero ha raggiunto i suoi minimi durante gli ultimi anni del governo Berlusconi. Gli italiani che lavoravano nelle istituzioni europee ne hanno sofferto in modo particolare. Il governo tecnico a iniziato a restituirci una dignità internazionale ma c’è ancora molto da Fare.
Quando si sarà invertita questa pericolosa tendenza, ci sarà modo di sviluppare programmi specifici anche per i servizi per gli italiani residenti all’estero, per essere più presenti ed efficaci, con una applicazione delle comunicazioni elettroniche che sia all’avanguardia.
Un’Italia che cresce va a beneficio di tutti gli italiani, anche i residenti esteri, che potranno finalmente ‘scegliere’ se stare fuori o rientrare, e se saranno all’estero potranno usufruire di servizi efficienti.
Le comunità italiane all’estero possono giocare un ruolo importante nel rilancio economico e sociale dell’Italia?
Assolutamente si! Gli italiani sanno che le cose in Italia possono e devono essere migliorate, ma solo chi ha esperienza all’estero e lì ne gestisce i processi, ognuno nel rispettivo campo professionale, sa anche “come” posso essere migliorate, perché ha esperienza di come si fanno le cose in modo diverso. Queste capacità e la conoscenza per implementare nuovi processi è un contributo che dobbiamo al nostro Paese.
Non a caso chi ha inizialmente messo insieme il nostro programma sono economisti e avvocati, tutti professori in università americane e con importanti cariche in commissioni economiche di paesi europei.
Per questo ritengo che la circoscrizione Europa sia particolarmente importante oggi, e il rappresentarla, con un programma in cui credo, mi rende molto orgogliosa.
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Ottimo intervista! Brava Laura!
Bellissima intervista,siamo orgogliosi di te e di chi si mette in primo piano per aiutare il nostro paese!
Brava Laura, ammiro il Tuo coraggio e condivido le tue opinons. Siamo fieri di te !
Cara Lauretta, MOLTO BENE e grazie grazie per il tuo impegno e per dare a tutti noi la speranza che le cose possano cambiare in meglio!!!