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Gugliemo Picchi presidente del Comitato permanente per la politica estera e le relazioni esterne dell’Unione Europea

Guglielmo_Picchi_daticameraLondra – Guglielmo Picchi, deputato di Forza Italia eletto nella circoscrizione Europa, londinese d’adozione è stato nominato presidente del Comitato permanente per la politica estera e le relazioni esterne dell’Unione Europea istituito nella Commissione Affari Esteri della Camera.

Del Comitato fa parte anche un’altra degli eletti all’estero, la deputata Fucsia Nissoli (Pi). Vicepresidente è Gianluca Pini e segretaria Eleonora Cimbro. Gli altri deputati che compongono il Comitato sono Andrea Manciulli, Francesco Monaco, Lia Quartapelle Procopio, Marta Grande, Carlo Sibilia, Erasmo Palazzotto, Edmondo Cirielli, Pia Elda Locatelli, e Paolo Alli.
Ieri in Commissione la prima seduta del Comitato.
Il mandato del Comitato, ha spiegato Picchi, “prevede la delega da parte della Commissione plenaria all’esame degli atti europei in materia di politica estera che sono trasmessi al Parlamento ai sensi dell’articolo 127 del Regolamento. Il Comitato discute tali atti sulla base di una relazione ed eventualmente può predisporre un documento finale da sottoporre alla Commissione”.
Per connessione tematica, ha aggiunto, il Comitato “può procedere anche all’esame degli atti del Parlamento europeo e delle Assemblee parlamentari internazionali (Consiglio d’Europa, NATO, OSCE, ecc.) che sono trasmesse al Parlamento, ai sensi dell’articolo 125 del Regolamento. Il Comitato potrà discutere tali atti e predisporre una risoluzione da sottoporre alla Commissione. Naturalmente, il Comitato potrà svolgere, nelle forme previste, ogni attività conoscitiva volta ad acquisire elementi di valutazione, sia generali che specifici, nella materia di competenza”.
Richiamata la competenza della Commissione Esteri in merito alle relazioni esterne dell’Unione europea – dunque ai temi dei rapporti con singoli Paesi terzi, dell’allargamento, delle politiche di vicinato – Picchi ha sottolineato che “il Comitato è indubbiamente stato istituito sulla spinta derivante dal rafforzamento del ruolo dei Parlamenti nazionali, disposto dal Trattato di Lisbona, e dall’istituzione del Servizio Europeo per l’Azione Esterna (SEAE). Come noto, il secondo semestre del 2014 è stato segnato dalla presidenza italiana di turno dell’Unione europea, che si è caratterizzata per una serie di passaggi cruciali, seguiti alla nomina di Federica Mogherini ad Alto Rappresentante per la politica estera e di difesa dell’Unione europea. Mi riferisco alla gestione della crisi in Iraq a partire dalla convocazione del Consiglio affari esteri straordinario di agosto, cui è seguita l’attivazione del Parlamento italiano per l’autorizzazione al sostegno delle forze curde nella lotta contro l’ISIS; il sostegno all’impegno europeo per il cessate il fuoco e la stabilizzazione in Libia; l’elaborazione del Piano d’Azione della Strategia di Sicurezza Marittima dell’UE, che ha evidenziato il ruolo strategico del Mediterraneo per l’Europa; l’adozione di una strategia per Siria e Iraq e contro i foreign fighters; o ancora, l’avvio dell’iniziativa di cooperazione finalizzata a costruire un quadro di riferimento per gli investimenti nel Mediterraneo”.
“Superata tale fase, – ha proseguito Picchi – i fatti di Parigi del gennaio 2015 e i più recenti accadimenti di Tunisi hanno fatto emergere la centralità della cooperazione bilaterale e multilaterale nell’interesse di un coeso impegno contro la minaccia terroristica. Da molte parti si è anche auspicato il lancio di un “piano Marshall” dell’Unione europea a favore dei Paesi della sponda sud del Mediterraneo, nei termini che il dibattito odierno sul decreto-legge in materia di antiterrorismo e di missioni internazionali ha contribuito ad evidenziare. È emerso un ritardo europeo nella comprensione profonda e nella reazione a quanto avvenuto nei Paesi interessati dalle cosiddette “primavere arabe”, ritardo sintomatico della nota resistenza di singoli Stati membri ad un consolidamento della politica estera dell’Unione europea”.
Alla luce di tali considerazioni, “considerato che il Comitato è chiamato a controllare nello specifico l’azione dell’Italia in seno all’Unione europea nell’ambito della politica estera e delle relazioni esterne, ma anche a monitorare l’azione delle stesse istituzioni europee”, secondo Picchi sarebbe “proficuo concentrare il lavoro in modo particolare sulle attività e sul ruolo del Servizio Europeo per l’Azione Esterna, affidato alla guida dell’Alto Rappresentante Mogherini, e ciò per monitorare l’efficienza ed efficacia di uno strumento di politica internazionale di notevole rilievo innovativo ma ad oggi poco sfruttato in tutte le sue potenzialità. Ritengo, dunque, che si potrebbe procedere ad audizioni di competenti figure istituzionali, includendo sicuramente i diplomatici italiani che vi operano, i dirigenti del SEAE ed i rappresentanti speciali per le aree di crisi”.
“Auspico – ha concluso – che questo Comitato torni a riunirsi con regolarità, possibilmente con cadenza almeno mensile”.

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Scritto da Editorial Staff su 27 marzo 2015. Archiviato in Attualità, In Evidenza, Politica. Puoi seguire le risposte a questo articolo tramite RSS 2.0. Puoi lasciare un commento o un trackback a questo articolo

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