Londra- L’uscita dall’Unione Europea potrebbe ripercuotersi negativamente sul mercato del lavoro britannico. A tre mesi dal referendum, che potrebbe decretarne il definitivo abbandono, iniziano a manifestarsi già i primi allarmi sulle conseguenze che tale decisione potrebbe avere per l’economia britannica e per la City di Londra, in particolare.
Uno studio commissionato dalla Confederation of British industry (Cbi, la Confindustria d’Oltremanica), stima un impatto di 100 miliardi di sterline e una perdita di 950.000 posti di lavoro entro il 2020.
È lo scenario peggiore, chiamato dagli analisti di PwC “WTO scenario”, in cui le negoziazioni che seguirebbero l’uscita si rivelerebbero difficili portando all’adozione delle regole previste dalla World Trade Organisation. Le cose andrebbero meglio nello scenario “FTA” ossia con l’implementazione di un accordo di libero scambio (free trade agreement) tra Regno Unito e Unione europea.
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