Londra – In occasione dei 150 anni della Chiesa Italiana di Londra e dei giorni che trascorrera nel Regno Unito per i concerti della sua tournèe, Andrea Bocelli ha scritto una lettera a Padre Carmelo. Non è necessario commentarla.
Eccola
Gent.mo Padre Carmelo,
Cari connazionali residenti a Londra,
Ricordo di aver già avuto notizie, anni fa, attraverso un amico sacerdote, in merito a una realtà ecclesiale straordinariamente attiva nel campo del sociale, da molte generazioni, punto di riferimento degli Italiani nella capitale inglese.
Oggi, a quelle informazioni generche, si aggiugono preziosi dettagli. Così, vengo a sapere che la vostra chiesa è in procinto di festeggiare il traguardo dei 150 anni: un secolo e mezzo trascorso nella testimonianza del messaggio di Cristo e nel sostegno spiritual, e non solo, dei nostri fratelli italiani.
Erano frose 2000 anima, a metà Ottocento (e tra loro non pochi erano miei colleghi, anche se meno fortunati: musicisti di strada, e poi artigiani, piccoli commercianti). Mentre 100 volte tanti siete, nel nuovo millennio: duecento mila compatrioti che rappresentano una realtà cruciale, nell’economia e nelle cultura di questo elettrizante 2melting pot” che è Londra.
Ad ascoltare il cuore, sono molti i motivi ch emi spongono ad accogliere l’invito che gentilmente mi è stato porto. Vi confesso che sarei felice di poter dire a Padre Carmelo di Giovanni e a tutti voi, “eccomi”. E stringere la mano di persona, a un sacerdote che ha speso la vita accanto ai più deboli ( al punto di essere conosciuto in Italia come l “prete delle carceri inglesi”. Sarebbe bello unitamente a tutti voi, visitare la “San Pietro” londinese, e insieme pregare, nel mondo che mi è più vicino, cioè cantando.
In direzione opposta al mio più sincero e genuino desiderio si scontrano le regole di un’agenda ferrea, che scandisce non solo le ore ma persino i minuti delle mie turnèe: ogni spostamento viene programmato gioco forza, con ampio anticipo. Inoltre, nel giorno del concerto, osservo sempre il più rigoroso silenzio, mettendo in pratica ciò che il mio grande maestro Franco Corelli indicava come una precauzione fondamentale, pe run cantante, prima di esibirsi.
Ed è un sacrificio cui mi sottopongo volentieri, nel rispetto delle 18.000 persone che spenderanno tempo e denaro nella vostra bella città, per ascoltarmi.
Ugualmente, Padre Carmelo, cari amici della chiesa italiana di Londra, non perdiamo- nè io nè voi – la speranza di incontrarci.
Aver saputo della vitalità, dell’affiatamento, e non ultimo del traguardo dei 150 anni di qeusto luogo di culto (intitolato non a caso all’Apostolo di Gesù che, della Chiesa Cattolica fu il primo Papa), è già un primo passo, personalmente rilevante.
Perchè mi permetterà, mi auguro in un futuro imminente, di poter prevedere una visita, nel corso di un prossimo soggiorno londinese.
Sarà una gioia, percorrere le stesse starde che percorreva, esule, Giuseppe Mazzini, e oltrepassare la doppia arcata della vostra Casa Spirituale. A presto dunque, un caro saluto da
Andrea Bocelli
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